lunedì 30 giugno 2014

Giovani oggi: teste ben fatte o teste piene? (Michel Serres)


 
Ecco un quesito apparentemente criptico affrontato da un importante filosofo francese di nome Michel Serres, oggi alla bella età di 83 anni.

Nella sua opera “Petite Pocette, la génération mutante” il filosofo si pone una domanda fondamentale che riguarda i giovani ed i giovanissimi di oggi che definisce “nativi digitali”: Come vivono il mondo e come lo potranno cambiare e reinventare.

Il filosofo vede tre fasi fondamentali della storia umana per quanto riguarda la trasmissione della conoscenza: dall’oralità alla scrittura e dalla scrittura manuale alla carta stampata.

Aggiunge che oggi siamo di fronte ad una quarta fase nella quale si passa dal mezzo materiale al mezzo elettronico costituito da computer, smartphone, tablet, internet ecc.

E questa quarta fase pare trovare perfettamente a proprio agio giovani e giovanissimi che utilizzando diffusamente questi strumenti, anche in tenerissima età, stanno trasformando completamente e rapidamente la società.


Oggi il dado è tratto e nessuno può fermare questa rivoluzione che è completamente in mano dei giovanissimi, tantomeno gli esperti potrebbero oggi ignorare quello che si dice in rete e questa rapidissima capacità universale di comunicare e cercarsi i contenuti desiderati.

Serres conclude che oggi tutto il sapere è nello strumento elettronico e la conoscenza così diffusa richiede non solo di disporne ma di come la si utilizza: occorrono teste ben fatte, non solo piene di informazioni, afferma!

Ed ecco come nella metafora del filosofo si rivede il rapporto tra l’insegnante e lo studente rappresentato nel libro da Pollicina (Pocette): "ma perché mai Pollicina dovrebbe stare attenta al suo professore se, con un clic, può ottenere quello stesso contenuto che lui le offre, persino in una forma più approfondita e contestualizzata? O il suo professore apporta qualcosa in più al semplice contenuto, oppure l'offerta di quest'ultimo non riuscirà ad intercettare una domanda che non c'è più, giacché soddisfatta da altri mezzi".

Mentre per quanto riguarda la società, conclude Serres (e per società intende gli apparati pubblici e privati, l'amministrazione piccola e grande, la burocrazia, le imprese, i media, la pubblicità) ricorre ancora alla vecchia presunzione d'incompetenza trattando il grande pubblico come una massa di ignoranti informatizzati, o poco più.


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