Il fuorviante termine di
“intelligenza” nella codetta “Artificial Intelligence (AI)” porta all’ancestrale
bisogno che l’uomo ha di immaginarsi
tutto a propria somiglianza.
Bisogna finirla con questo
antropomorfismo di millenaria memoria che vuole che l’umanità si raffiguri ogni
cosa a propria somiglianza!
Per giustificare i fulmini i greci
antichi si inventarono uno Zeus barbuto che li lanciava dall’Olimpo e si
inventarono un Poseidone che dalle profondità marine affondava le navi col suo tridente.
E finiamola di cercare di imitare
inutilmente la natura, ma creiamo macchine a noi utili, attività in cui la
nostra ingegneria pare bravissima da tempo. Disponiamo di stupende macchine
volanti che ci portano ovunque e ad alta velocità senza aver imitato i pennuti
volatili come fece Icaro con il suo piumaggio posticcio … sfracellandosi al
suolo.
Ho assistito ad una trasmissione TV
dedicata allo stato dell’arte dell’AI in cui un robot dalle sembianze
femminili, con gambe e braccia, rispondeva ad un pubblico stupito. E mi sono
chiesto se quel pubblico sapesse che il mio semplice smartphone avrebbe potuto
rispondere a quelle domande, e forse meglio, grazie al programma Siri o Cortana
e … senza vere gambe e braccia!
E per dirne un’altra, pare che nel 2050
la popolazione mondiale degli anziani raddoppierà e quindi quadruplicherà la
necessità di badanti e qualcuno propone che per risolvere questo problema si produrranno simpatiche robottine che ci
aiuteranno a fare la doccia e per altre amenità.
Perché invece di progettare inutili robot
con le nostre sembianze non dedicare quelle risorse per creare ambienti
intelligenti dove un anziano possa fare molte più cose da solo di quelle che
già fa oggi?
Per non parlare di quelli che
vogliono dotare di intelligenza quasi umana robot casalinghi che agiscano come
nei film di fantascienza. Ma non è meglio investire quei soldi per creare
ambienti sempre più intelligenti (gli ambienti, non i robot!) di modo che la
nostra sicurezza e tutto ciò che ci occorre venga gestito più
intelligentemente?
Incredibile come il modo di pensare
dell’umanità sostanzialmente non sia cambiata negli ultimi 10.000 anni!
Pubblicherò prossimamente un articolo su questo argomento che, dopo la sua uscita, inserirò in questo Blog.