venerdì 21 aprile 2017

Watson: il computer che aiuta i medici

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Per far comprendere cosa significhi l'Intelligenza Artificiale ed in particolare il "Cognitive Computer", cioè macchine in grado di imparare,  può servire un magnifico esempio che riporto integralmente da un recente libro di John E. Kelly  e Steve Hamm intitolato "Macchine Intelligenti: Watson e l'era del cognitive computing".
In questo esempio si spiega chiaramente come un oncologo usufruisca di Watson per guarire una paziente da un cancro ai polmoni ... leggete e capirete.
     

"Scenario. Assistente medico: il dottor Mark Kris, primario di oncologia toracica al Memorial SloanKettering Cancer Center, ha sviluppato uno scenario dettagliato per descrivere come, a suo parere, gli oncologi potranno usare Watson. 
Preparazione. L’oncologo si sta preparando a curare una donna americana di origine giapponese che ha un cancro ai polmoni. 

Prima dell’incontro iniziale, esamina le informazioni personali e la cartella clinica, tra cui la diagnosi e i risultati degli esami, che gli sono stati presentati dall’interfaccia Watson sul suo tablet. Ha già parlato con il medico curante. Con tutti questi dati a disposizione, comincia a sviluppare un’ipotesi. Tuttavia, l’oncologo desidera un secondo parere – quello di Watson. Così, scrive una richiesta affinché il sistema utilizzi tutte le informazioni a disposizione per valutare le opzioni di trattamento per la paziente. Poi preme il bottone «invio». Nel giro di pochi secondi, Watson mette insieme le informazioni sulla paziente, le cartelle cliniche, la letteratura medica pertinente e i risultati dei trattamenti basati sull’esperienza dell’MSKCC. Watson segnala che le donne giapponesi non fumatrici hanno una buona probabilità di avere una mutazione di un gene, l’EGFR. Un farmaco, l’Erlotinib, riduce il cancro nel 95 per cento dei casi di questo tipo. Watson suggerisce un esame per stabilire se la paziente presenti questa mutazione genetica. Watson consiglia anche altri esami e, dopo aver analizzato le opzioni, l’oncologo, premendo pochi tasti, può presentare una richiesta all’assicurazione della paziente per avere una pre-autorizzazione per i test. Primo consulto: Il medico incontra la paziente nel suo studio. Le comunica le sue condizioni e le chiede quali siano le sue preferenze in termini di trattamento. Lei risponde che preferirebbe evitare una cura che potrebbe farle perdere i capelli. Sarebbe troppo scioccante per i figli. Dopo l’incontro, il dottore fornisce a Watson gli appunti relativi al consulto e richiede i nuovi esami.
Analisi degli esiti degli esami: Sono passati alcuni giorni dalla prima visita e l’oncologo sta esaminando gli esiti degli esami su Watson. Risulta che la paziente ha una delle mutazioni dell’EGFR, su cui però l’Erlotinib non funziona. Secondo consulto: Durante il secondo appuntamento con la paziente, il medico spiega le proprie conclusioni. Chiede inoltre alla donna se abbia osservato cambiamenti nella sua condizione rispetto alla prima visita. La paziente risponde che due giorni prima ha cominciato a notare del sangue nell’espettorato. Il medico
chiede a Watson in che modo questa nuova informazione incida sui tipi di trattamento suggeriti. Il programma propone un insieme molto differente di opzioni, classificate in base al livello di confidenza. Watson ha il 90 per cento di affidabilità per l’opzione in cima alla lista, un cocktail di due farmaci spesso usati in chemioterapia. Inoltre, il sistema segnala che il trattamento ha una probabilità inferiore rispetto agli altri di causare la perdita di capelli. Dopo aver discusso la cura con la paziente e aver avuto il suo consenso, il dottore preme un tasto sull’interfaccia Watson per chiedere la pre-autorizzazione del trattamento all’assicurazione".

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