Più analizzo i dati storici e quelli attuali sul riscaldamento antropico del nostro pianeta e più mi rendo conto che questo riscaldamento non solo non si fermerà ma anzi, che dagli otto centesimi di grado centigrado ogni dieci anni degli ultimi cento anni, passerà ad incrementarne l’aumento annuo.
Indubbiamente originato dalle emissioni di CO2 passate dai
200 ppm (parti per milione) dell’era preindustriale ai 420 ppm attuali credo
che alla fine del XXI secolo, se andrà bene, avrà almeno 200 ppm in più per il
semplice motivo che nessuna politica potrà fermarlo.
La vera ragione è che la nostra ingordigia di energia, che ne
è la causa, non si fermerà ed il suo consumo individuale, che è proporzionale al
nostro benessere come dimostrano le statistiche, richiederebbe di ridurlo il
nostro benessere medio mondiale, cosa impossibile.
Le politiche di tutte le nazioni ricercano, e giustamente,
il benessere dei propri cittadini, e se questo benessere è proporzionale al PIL
e questo è proporzionale al consumo di energia individuale, qualcuno mi
dovrebbe spiegare quale politico resterebbe in carica se proponesse una riduzione
del benessere dei propri cittadini.
Non ci vuole molto per calcolare che dei quattro scenari
previsti dalle COP sarà già tanto se si realizzerà il più pessimistico (RCP
8.5), cioè una situazione che prosegua con le politiche che conosciamo e cioè
un aumento della temperatura media dell’atmosfera superiore, e di molto, al
grado centigrado nell’anno 2100 con le inevitabili conseguenze.
Se partiamo dal consumo mondiale di energia primaria nell’anno
2022 pari a 165.945 TWh (terawattora) e lo proiettiamo all’anno 2050 con una
popolazione mondiale aumentata di due miliardi di persone rispetto ad oggi e,
come molti autorevoli economisti prevedono, un raddoppio del PIL mondiale nell’anno
2050, un consumo mondiale di energia primaria diverrà in quell’anno pari ad almeno
340.000 TWh nonostante tutti gli sforzi per aumentare le energie rinnovabili di
alcune consapevoli nazioni con non più di due miliardi di individui.
È una questione di numeri: se, a puro titolo d’esempio, di eolico
e solare a quella data saremo riusciti a produrne all’anno 10 volte di quanta
ne produciamo oggi (0,80% solare e 1,27% eolico sul totale che abbiamo
consumato nel 2022) per quella data rappresenterà una modesta percentuale
dell’energia consumata da noi tutti, con buona grazia per l’inquinamento.
Senza qualche sostanziale modifica alle politiche mondiali che
coinvolga tutti i Paesi sarà difficile sfuggire dal riscaldamento globale
previsto dalla RCP 8.5, soprattutto se consideriamo l’incremento dei consumi di
ben quattro miliardi di individui che oggi consumano un trentesimo di quanto
noi consumiamo nel mondo Occidentale e che dispongono di economica energia
fossile.
Seguono alcune immagini che meglio di tante parole
inquadrano chiaramente la situazione.
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