I semiconduttori sono ovunque: negli smartphone, nei computer, nelle auto e nei sistemi militari avanzati. Ma oltre alla tecnologia, oggi rappresentano il centro di una competizione globale tra Stati Uniti e Cina. È la cosiddetta guerra dei chip, una battaglia per il controllo di questi componenti fondamentali per l’intelligenza artificiale, la difesa e l’economia digitale.
Al centro di tutto c’è Taiwan e la TSMC, leader mondiale
nella produzione di semiconduttori avanzati. Con una tecnologia che solo
Samsung può in parte eguagliare, TSMC è un asset strategico globale: gli Stati
Uniti cercano di proteggerla e decentralizzarne la produzione, mentre la Cina
la considera un obiettivo strategico. Un conflitto su Taiwan non sarebbe solo
un problema politico, ma un terremoto per l’economia mondiale.
Ma la storia dei semiconduttori non inizia oggi. Nasce con
l’invenzione del transistor nel 1947, molto prima del microprocessore. Eppure,
la narrazione comune spesso distorce questa storia, lasciando nell’ombra eventi
e protagonisti fondamentali. Per questo ho scritto il libro Semiconduttori: per
raccontare la vera evoluzione di questa tecnologia che ha segnato tutta la mia
vita lavorativa.
E non è la solita battaglia tecnologica. La competizione sui
semiconduttori è diversa da tutte le altre perché segue la Legge di Moore, che
rende questo processo esponenziale e non più lineare. Per la prima volta nella
storia dell’umanità, la potenza tecnologica raddoppia ogni due anni, con
impatti sempre più accelerati su economia, società e geopolitica. Chi controlla
i semiconduttori, controlla il futuro.
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