venerdì 27 settembre 2024

COSCIENZA E CONSAPEVOLEZZA VS INTELLIGENZA ARTIFICIALE

 Argomento che oggi pare all’ordine del giorno e che si sta diffondendo per la ancestrale sindrome umana di paventare future immani tragedie ogniqualvolta ci poniamo domande per le quali non abbiamo risposte.

Siamo così da quando con il nostro scervello, cresciuto oltre quello di modeste scimmie africane intorno a centomila anni fa, abbiamo cominciato a porcii delle domande, oltre a quelle di “dove andiamo a mangiare oggi”.

La cresciuta capacità dell’informatica ha portato il suo sviluppo fino al punto di creare strumenti che, con l’erronea dizione di “intelligenza artificiale”, appare competere con le nostre capacità intellettuali.

Questa confusione non nasce ora ma da quando un gruppo di scienziati nel lontano 1956 si riunirono in una calda estate a Dartmouth (New Hampshire) e, tra una birra ed un’altra, giunsero alla conclusione che quei loro grossi scatoloni a valvole, detti computer, in un paio di decenni avrebbero soverchiato le capacità del nostro cervello.

Naturalmente conoscevano tutto sui bit e byte, ma non avevano la più pallida idea della complessità anche di una sola nostra sinapsi, ancora oggi lontana anni luce dall’essere interamente compresa ed emulata da qualsiasi nostro manufatto!

Come allora noi oggi fantastichiamo e ci dividiamo tra chi crede che presto le macchine ci domineranno e chi si auto attribuisce poteri immagini e inventando religioni e credenze col sapore di stregonerie.

Come tutti, anche il sottoscritto si è chiesto di cosa sia l’intelligenza umana e come studioso di tecnologie la ridussi ad una domanda semplicissima: “E’ la complessità del cervello alla base della nostra capacità di conoscere ed avere consapevolezza? Se la risposta è “SI” allora le macchine potranno superarci, se la risposta è “NO”, allora noi siamo destinati a dominare l’universo”.

Naturalmente non ho la risposta, ma nella mia prima pubblicazione “Il mostriciattolo semimetallico che ha cambiato il mondo … e il suo cammino dal 1947 al 2050” ho risposto a chi crede al “SI”.

In breve, ho spostato al 1947 l’inizio di quel percorso che ha portato ’intelligenza artificiale” ad essere quello che è oggi ed ho concluso, con dati alla mano, che prima dell’anno 2050 l’elettronica allo stato solido avrebbe superato con i suoi componenti il numero delle nostre sinapsi pari a un milione di miliardi.

A quel punto la mia conclusione fu semplice: se quello che siamo è solo una questione di “complessità” allora le macchine ci supereranno e dovremo prepararci a dominarle, se non siamo solo complessità, allora tutte le vie alla creatività per definirci e darci un fine sono aperte.

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