Nel gennaio di questo anno ho pubblicato il post “BIOLOGIA E INTELLIGENZA ARIFICIALE SI COLLEGHERANNO” in cui trattavo di come la Neurolink di Elon Musk stesse realizzando con successo una tecnologia per collegare il cervello con sensori e rendere tetraplegici in grado di governare con la mente il mondo esterno.
Nell’approfondire l’eventuale esistenza di tecnologie
analoghe per rendere la cecità di moltissime persone superabili con quella
tecnologia, mi sono incontrato qui a Lugano col Dr. Giorgio Bianchi che con
quel mondo ha dimestichezza e mi ha introdotto ad un ambiente in cui la cecità
è ampiamente conosciuta e che potrebbe essere una base scientifica per l’estensione
a quella menomazione lo studio di un’applicazione della Neurolink. Ho chiesto a
Giorgio Bianchi di inviarmi una descrizione di quell’ambiente e preferisco
riportarlo qui di seguito per intero.
“Buongiorno Accenti. Le invio qui di seguito una prima
elaborazione di quanto richiestomi cominciando dall'incipit e le
"poesie" sulle pareti esterne dell’ambiente che le ho descritto.
Capitano a volte eventi inattesi, che modificano
radicalmente lo svolgersi del giorno.
Mi trovavo a Milano, la settimana scorsa. Passeggiavo per
il centro storico, era una giornata grigia, una di quelle che vorresti essere
ai Caraibi ma sei lì e passeggi circondato dal freddo un po’ in anticipo sul
calendario.
Vinto tuttavia dalla mia proverbiale e inarrestabile
curiosità, proseguo a passi svelti per ritemprare il corpo e sollevo lo sguardo
per leggere la via in cui mi trovavo, via Vivaio… e improvvisamente vengo
rapito da un un edificio imponente, fine 800, in ottimo stato, circondato da un
giardino vivo e rigogliosamente verde…
Era l’Istituto dei Ciechi di Milano…
Dall’esterno un colorato cartello suggeriva di entrare a
provare l’esperienza di un dialogo nel buio… Dialogo nel Buio, è il titolo
dell’evento che da anni vive e cresce all’interno dell’Istituto. Ne avevo
sentito parlare, tuttavia non mi ero mai proposto di visitarlo… forse perché
tratta di un aspetto della vita, quello dei non vedenti, che mi mette un po’ in
angoscia e che in qualche misura mi tiene distante dall’affrontarne il
pensiero.
Mi soffermo ancora un po’ a guardare l’imponenza del
palazzo e quel cartello invitante, rassicurante e positivo. Rileggo quella
frase: ”Dialogo nel Buio” … e l’incipit scritto accanto: “Non Occorre Guardare
per Vedere Lontano” ... Improvvisamente la mia curiosità prende il comando e in
pochi istanti mi ritrovo all’ingresso dell’evento.
In un meraviglioso cortile interno emergeva un cubo
multicolore, con alcune frasi poetiche che si estendevano lungo i lati…
Acquisto il biglietto, attendo il mio turno ed entro. Una
guida non vedente mi accompagna all’interno, mi mette in guardia avvisandomi
che quell’interno sarà buio, totalmente buio, neppure una luce seppur piccola,
niente. Poi mi tranquillizza prendendomi la mano e mi dice che mi accompagnerà
cosi per tutta la durata del percorso, per 60 minuti…. L’idea di rimanere al
buio così tanto mi angoscia e quasi mi toglie il respiro… ma la mano della
guida non vedente è così salda e rassicurante... quindi avanzo e mi addentro nell’oscurità
totale, poco alla volta, cautamente. L’interno è veramente tutto nero…
Non voglio ora raccontarvi nei dettagli il percorso
interno all’evento, perché è un’esperienza personale, assolutamente da vivere
al momento… Ma in quell’oscurità totale ricordo di essere entrato in un bar e
di avere ordinato da bere, di aver percorso un mercato di frutta e verdura
avvolto dalle voci tipiche dei mercati e di aver percepito con le mani i
prodotti in vendita, poi più avanti ricordo di essermi trovato in una strada da
attraversare con delle auto che sfrecciavano davanti e il semaforo da ascoltare
per poter passare in sicurezza, e poi più avanti un bosco con i suoni armoniosi
della natura, il fruscio delle foglie… e
più in là ancora una barca in cui salire realmente e cogliere lo sciabordio
dell’acqua, un flebile e piacevole vento di brezza e un leggero garrito di
gabbiani in volo sopra di me... e poi… mi sono ritrovato di nuovo alla luce...
Erano già trascorsi 60 minuti e non me n’ero quasi accorto...
La cosa che mi ha sorpreso, sinceramente stupito... è che
il ricordo di quel momento era fatto di immagini nitide, colorate, visive, come
se avessi potuto guardare ciò che in quella realtà non poteva essere visto.
E così quel triste giorno grigio si era trasformato in un
giorno pieno di luci e sensazioni positive. Così ho capito che la vita è
complessa e meravigliosa e va vissuta sempre positivamente anche nelle
circostanze più disperate e negative… perché ciò che conta è l’anima
dell’essere umano… e quando vivi un
dramma, e lo vivi dall’interno, trovi sempre una via di fuga per far emergere
il meglio che c’è in te, sempre, nonostante tutto.
La vita è fatta di sensazioni … e quando una di queste
viene a mancare sono tutte le altre che in armonia ricostruiscono l’assenza,
sviluppando maggiore sensibilità, forza e completezza”.



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